ERA FINITO sulle cronache nazionali con il discutibile appellativo di “ospedale più sporco d’Italia”. A distanza di tempo è di nuovo sotto i riflettori in quanto potenziale simbolo di spreco in un settore tanto delicato quanto chiacchierato come quello della Sanità . La struttura in questione è il ‘Santa Barbara’ di Rogliano (nella foto, le sale operatorie) – il cui progetto di ammodernamento è costato diversi milioni di euro, forse dieci nel suo complesso. Un restyling caratterizzato da una lunga operazione di adeguamento e messa insicurezza con fondi messi a disposizione dalla Regione. Che adesso ha intenzione di avviare un processo di riconversione sulla base di motivazioni legate al rientro dal debito sanitario, più nello specifico ai parametri contemplati nello strumento di pianificazione redatto per il riordino della rete nosocomiale calabrese. Una decisione che ha già provocato discussioni e prese di posizione anche forti con il coinvolgimento di istituzioni territoriali, forze politico-sindacali e management. Da una parte i sostenitori delle ragioni di una periferia sempre più carente di servizi e infrastrutture, dall’altra quelli delle regole ferree per una razionalizzazione della spesa dolorosa ma necessaria. In mezzo un plesso rimesso a nuovo, arricchito di un reparto Dialisi con logistica e strumentazione di ultima generazione, probabilmente ancora utile alla economia aziendale sul quale, però, pende la spada di Damocle della dismissione dalle funzioni ospedaliere dopo oltre trent’anni di attività e senza casi di malasanità . Ragioni e situazioni che localmente, in questi mesi, hanno arricchito pagine di giornale e confronti televisivi. I servizi andati in onda nelle scorse ore su alcune testate nazionali hanno riacceso polemiche che sembravano sopite, in particolare dopo gli incontri seguiti all’ultima parte della vertenza. I cittadini, soprattutto quelli che hanno dato vita ai molti forum apparsi su Facebook, si sono detti “sbalorditi” dalle notizie di approfondimento diffuse ultimamente sul nosocomio. Notizie che solo in parte hanno evidenziato il contrasto tra passato e presente del ‘Santa Barbara’ anche in rapporto alla situazione delle altre strutture. Il nosocomio roglianese simbolo di spreco o investimento utile per la sanità cosentina? Al momento esiste la volontà di riconsiderare la posizione del presidio con una rimodulazione delle attività in chiave operativa mediante un progetto di riconversione teso a salvaguardare le funzioni di ospedale e con un ruolo di interazione con l’Annunziata e il Mariano Santo. Una soluzione che non può prescindere dal decreto che dovrà ‘riconsegnare’ lo stesso ‘Santa Barbara’ (oggi nell’Asp) all’Azienda ospedaliera di Cosenza. “Un provvedimento necessario per ridare dignità ad una delle realtà sanitarie più moderne in Calabria, che – affermano cittadini ed utenti – non vogliamo sentire più descritta come l’ospedale più sporco d’Italia”.
Gaspare Stumpo
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