Il coraggio di non perdersi *

di Giuseppina DE MARCO *

ACCADDE in tempi di pandemia. Accade nella tanto attesa e deludente fase due, di sentirci smarriti, senza linee esplicite e delineate con chiarezza. Chiarezza, espressività semplice e pura, sono tutto ciò di cui, noi sospesi nel limbo del Covid-19, abbiamo bisogno. Come il pane, come l’acqua, come un qualsiasi bisogno primario che si voglia elencare. Si dà la caccia all’untore, all’illecito, al violatore. Vittime di un terrorismo mediatico e psicologico, limitiamo le nostre libertà fondamentali, denudandoci del coraggio e del diritto di esistere.

In una società dove spesso si confonde il diritto con il favore, siamo portati a credere che una passeggiata sia più dannosa, in una fase di ripartenza, di un gestore privato che omette quanto deve allo stato. I modelli di vita sono in crisi. Si sono smarrite strade e mete. Si sono murate voci che non possono cadere nel mutismo. Ci dimentichiamo forse di una parte di universo sociale, che lavora in nero, senza diritti; di una gran parte di giovani che non hanno possibilità d’essere; di donne annichilite dalla violenza e dal sopruso; di umani in balìa di patologie fisiche e mentali; di bambini che stanno percorrendo momenti formativi della vita, in cadenze deformate. Stiamo oscurando una generazione di studenti, ai quali è negato il diritto all’apprendimento.

Dobbiamo pretendere equità, a discapito dell’uguaglianza. Non lasciamoci intrappolare in reti di sapere che ci pretendono con la testa infagottita della non verità. Riflettiamo sul mondo, sulle nostre mancanze, sulle nostre ali. Riflettiamo sull’idea di realizzazione sociale. Non lasciamo  incolti  tempo e opportunità. La vita è un battito d’ali che si consuma con prontezza, troppa azzarderei. Riscopriamo il valore assoluto della famiglia e dei legami accomunati da un sangue materiale che scorre e non sempre porta amore, ma non lasciamoci reprimere dall’idea che ricongiungersi ad un’amicizia, sia un danno. L’amicizia è un sorriso del creato nell’esistenza dell’uomo. Riscopriamo il valore di una bella lettura, ma non dimentichiamoci del confronto. Si legge soprattutto per un dovere verso se stessi, verso la propria dignità. Riscopriamo il valore della solitudine, ma non dimentichiamoci della meraviglia di bocche che sorridono e di mani che si incrociano.

Riafferriamo la realtà, quella che hanno deturpato e che stanno continuando a reprimere con la manipolazione dei fenomeni contemporanei. Riscopriamoci essenzialmente solidali e fraterni. Additarci, fotografarci, attaccarci verbalmente, nel finto scarico di repressione e di sollievo credendo di aver scovato il nemico è da gretti. Non priviamoci della gioia di far festa davanti alla bellezza della libertà riconquistata, perdendoci in crudeli meccanicismi del tradizionale e in basse deduzioni da  squallido gossip. Siate lucidi nell’elaborare il puro divenire. Stiamo perdendo l’angelo che è in noi, per riscoprirci diavoli.

* autrice

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