Covid-19. A Carpanzano cremate oltre quaranta salme provenienti dal Nord della Penisola

di Gaspare STUMPO *

E’ UBICATO a Carpanzano, nel cuore della Valle del Savuto, nell’entroterra cosentino, l’unico impianto in Calabria per la cremazione dei defunti. Una pratica molto antica, quest’ultima, che in Italia, eccezion fatta per alcune regioni, ha preso piede negli ultimi anni ma che tuttavia già da tempo resta una libera scelta e non è strettamente legata ad un credo religioso sebbene la Chiesa raccomanda la sepoltura nei cimiteri o in altri luoghi considerati sacri. Ad oggi, ricordiamo, ci sono associazioni che operano per promuovere dibattiti culturali su temi etici sostenendo il pensiero e il metodo “cremazionista” sia dal punto di vista filosofico, sia dal punto di vista pratico. Proprio quest’ultimo, infatti, appare per molti un rimedio importante rispetto al sempre più crescente problema degli spazi cimiteriali e a quello strettamente igienico nonché economico. La cremazione, dunque, non come fatto di credo, di moda o di “religiosità new age” ma di utilità sociale. Come è accaduto durante la fase più critica dell’emergenza pandemica, soprattutto nelle aree del Nord, alle prese con migliaia di casi di contagio da Covid e persone decedute. Una situazione drammatica per la quale è risultata necessaria l’adozione di regole e precauzioni straordinarie anche nella gestione dei defunti. Un contesto triste per l’aspetto legato alla malattia (ed alla sofferenza) e per quello legato al commiato: tutte le vittime del virus, soprattutto anziani, sono state inumate o cremate senza cerimonie e senza la possibilità di un ultimo saluto da parte di congiunti, amici e conoscenti. Una sensazione strana, di vuoto, sconfortante, che ha reso ancora più incredibile e dolorosa la gestione del lutto all’interno delle Comunità. Un addio in solitudine, senza “pietas”, discreto. Sono ancora presenti nella nostra mente le immagini dei mezzi dell’Esercito (e del carico di salme) diretti verso i crematori situati nelle province meno colpite dall’epidemia. Un “ultimo viaggio” che per decine di sfortunati ha toccato il lembo estremo della Penisola. Sarebbero state poco più di quaranta le salme cremate all’interno del “Tempio” di Carpanzano (nella foto). “Ricordati che sei cenere e cenere ritornerai”. Questo segno “ci riporta al grande affresco della creazione, in cui si dice – ricorda il papa emerito, Benedetto XVI° – che l’essere umano è una singolare unità di materia e di soffio divino, attraverso l’immagine della polvere del suolo plasmata da Dio e animata dal suo respiro insufflato nelle narici della nuova creatura”.

Parrocchia. Durante il novenario della Madonna delle Grazie, nella seconda metà di settembre, a Carpanzano verrà celebrata una Santa messa in suffragio dei defunti. Ad annunciare “il momento di preghiera intenso” è il parroco, don Davide Gristina.

* (gasparemichelestumpo@pecgiornalisti.it)

Fonte: Parola di Vita

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