Valle del Savuto, alla ricerca di storie e leggende dei “ribelli della montagna”

IL FENOMENO del brigantaggio è stato alla base della microstoria soprattutto nell’Italia post-unitaria. In Calabria è scaturito dal disagio sociale legato alle condizioni economiche delle classi contadine o, comunque, di una consistente fetta di popolazione costretta nella miseria, oppressa e tradita dal nuovo ordine costituito. Un fenomeno certamente criminale, tuttavia complesso e in ogni caso simbolico nella sua tragicità in un periodo di profondo mutamento storico e politico.  Fatti e personaggi di allora non sono estranei al territorio cosentino, più nello specifico ai comprensori di Sila, pre Sila e Valle del Savuto. Zona, quest’ultima, contermine a quella del Reventino-Mancuso, in provincia di Catanzaro. Controstoria, revisionismo, unitarismo, la lettura degli avvenimenti che hanno contraddistinto il brigantaggio dal 1860 al 1865 non può non legarsi, comunque, alla Memoria popolare in un contesto territoriale che ancora oggi sembra segnare la presenza di quelli che furono i “ribelli in fuga” lungo sentieri impervi o in luoghi quasi inaccessibili all’interno della montagna. A partire da quel periodo le loro peripezie hanno arricchito documenti, testi di storia, romanzi, poesie e persino canzoni.

(Gaspare Stumpo)

Fonte: Parola di vita estate

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