La riorganizzazione del presidio ospedaliero “Santa Barbara” tra appelli e situazioni paradossali

IN UNA lettera indirizzata al governatore della Calabria, Jole Santelli, il consigliere regionale Carlo Guccione ha ribadito la necessità di imprimere sull’acceleratore circa l’implementazione del Piano di Riordino della rete nosocomiale relativa ai presidi dell’Azienda ospedaliera di Cosenza: Annunziata, Mariano Santo e Santa Barbara. Tutto ciò finalizzato ad una ottimizzazione delle prestazioni sanitarie erogate in tempo ordinario nei tre plessi ma anche (e soprattutto) in chiave emergenziale preventiva per quanto concerne una possibile seconda ondata di pandemia a partire dalla prossima stagione autunnale. In riferimento allo stabilimento roglianese, Guccione, oltre alla individuazione di reparti e posti letto, ha sollecitato l’adeguamento strutturale ed impiantistico con la sistemazione di un pre-triage legato all’attività di Pronto Soccorso, la riorganizzazione dei percorsi pedonali (che sarebbe avventa nelle scorse ore, nda) e di accesso all’eli-superficie, la piena operatività della tac. A quanto pare infatti  quello del Savuto è destinato a rimanere, almeno sulla carta, Ospedale Covid. Tuttavia, Guccione non ha fatto riferimento al reparto Dialisi, che rimane purtroppo chiuso nonostante gli appelli per la riapertura di amministratori locali e pazienti. Lo stesso sindaco di Rogliano, Giovanni Altomare, in una lettera inviata al management aziendale guidato da Giuseppina Panizzoli e per conoscenza al commissario straordinario Saverio Cotticelli ed allo stesso presidente della Giunta regionale, ha posto l’accento su situazioni per certi aspetti paradossali. Come l’ambulatorio di Pneumologia trasferito dal Santa Barbara all’Annunziata di cui, però, non ci sarebbe traccia se non l’esistenza di suppellettili ed apparecchiature addossati ad una parete del nosocomio bruzio come testimonierebbe una foto che in questi giorni ha fatto discutere. Inoltre, la determinazione dei vertici dell’Ao circa il mantenimento, per quello di Rogliano, di ospedale dedicato che per il primo cittadino striderebbe “con la riattivazione del reparto di Medicina, che è in piena attività, con tutti i posti letto occupati e con altri che non può occupare, pur in presenza di una crescente domanda di ricoveri”. In più, per come ha evidenziato ancora da Altomare “la mancata segnalazione dei percorsi anti Covid”. Ed ancora  “la soppressione della vigilanza notturna, per cui – ha scritto il sindaco – chiunque può accedere all’interno di un ospedale considerato ancora come struttura Covid”. Sull’argomento, ricordiamo, sono tornati con un documento sia gli amministratori dei Comuni della  Vallata che il Comitato Pro Ospedale. Tutti hanno “sposato” le rivendicazioni del primo cittadino. In particolare, il comitato civico ha scritto: “ritenevamo che la provenienza milanese potesse innescare davvero un processo di risanamento e di riqualificazione della sanità pubblica in questa periferia, ma dobbiamo evidentemente ricrederci a fronte di metodi di gestione che, in tutta evidenza, ricalcano quelli del passato”.

Gaspare Stumpo

Fonte: Parola di Vita

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