“L’affermazione untore è azzardata e irriguardosa”. Rogliano, la Fedaiisf di Cosenza scrive al sindaco Altomare

RICEVIAMO e pubblichiamo (integralmente) una lettera aperta della FEDAIISF sezione di Cosenza (Federazione delle Associazioni degli Informatori Scientifici del Farmaco e del Parafarmaco) indirizzata al sindaco di Rogliano, Giovanni Altomare:

Gentile Sig. Sindaco,

abbiamo avuto modo di leggere la Sua approfondita relazione, presentata al Consiglio Comunale di Rogliano, il 09 Settembre u.s. . Abbiamo apprezzato molto le Sue parole, cariche di grande umanità e di dolore per il grave momento che la Sua Comunità ha vissuto e che tutta la Nazione sta tuttora vivendo. Lei, Gentile Sindaco, ha saputo dare una bella immagine della reattività e della voglia di uscire da questa emergenza che l’intera Comunità ha dimostrato di avere. Afferma, altresì, nella Sua approfondita relazione, che questo triste momento ha un senso storico e come tale, pur nella sua drammaticità, i posteri ne avranno memoria.

Per tale ragione, la descrizione dei fatti, necessita di un’opportuna correzione. Nelle relazione su citata, infatti, fa riferimento ad “un informatore scientifico, originario di Acri (?), che, in evidenti condizioni di affanno, ha sostato presso studi medici venendo a contatto con diverse persone”.

Ci chiediamo e Le chiediamo sulla base di quali evidenze Lei, anche se in buona fede, possa fare questa affermazione.  Si, è vero, un Informatore Scientifico, nel doveroso espletamento del suo lavoro, verso metà Febbraio u.s., si è recato per servizio nel territorio del Suo Comune, così come nel territorio di altri innumerevoli comuni della Provincia di Cosenza.  Il Collega in questione, purtroppo non è più fra noi e, proprio per questo motivo, i fatti necessitano di una rettifica.

Le autorità sanitarie, ai tempi dell’evento, sono intervenute tempestivamente ed hanno effettuato tamponi diagnostici per la Sars-Cov2 a 14 medici che avevano avuto, in quel periodo, rapporti con l’Informatore. Nessun di loro è risultato positivo.

L’affermazione che sia stato l’Informatore “l’untore” responsabile del rapporto causa-effetto, ci sembra, sinceramente, un po’ azzardata ed anche un po’ irriguardosa, soprattutto perché si riferisce ad un serio professionista non più in vita.

Se il contagio fosse stato attribuibile a lui, i focolai pandemici nella nostra provincia sarebbero stati innumerevoli data la sua intensa attività lavorativa, mentre dalla numerica statistica riscontrata dalle Autorità Sanitarie, gli stessi sono risultati essere notevolmente limitati.

A tutt’oggi, per doverosa precisazione, le statistiche sanitarie parlano solo di due Informatori Scientifici positivi al virus su tutto il territorio nazionale.

Quante altre categorie professionali che, nell’espletamento del loro lavoro hanno contatti giornalieri con tante persone, presentano una incidenza così bassa…?

Questo è quello che dovevamo, per l’esattezza dei fatti, alla memoria del nostro Collega ed anche alla Sua Comunità.

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