La strenna, un canto senza tempo *

di Massimiliano CRIMI *

OGGI scriviamo della strenna natalizia. Di questo canto augurale che viene tramandato di generazione in generazione. Diamoci un tono: il Natale in Calabria è festa, allegria, musica, atmosfera esclusiva anche grazie a questa tradizione popolare. E’ strano a dirlo ma essere svegliati nel cuore della notte a queste latitudini è un privilegio per pochi. Amici, parenti o semplicemente conoscenti hanno il diritto d’intonare il canto fuori dall’uscio della porta, per poi essere accolti in casa e continuare a strimpellare più repertori tra un calice di vino rosso (prettamente del territorio) e pietanze preparate all’improvviso. Qui è Natale se vissuto in allegra compagnia. Un canto, una serie di strofe che a Rogliano diventano particolari. Si diversifica dalle altre strenne, infatti, per ritmica e metrica. Canticchiate dunque il testo, ripercorrete i vostri ricordi e prestate attenzione: “veniamo a portare l’amore”. Una semplice frase presente nel canto del Savuto, segno di stima immensa per chi riceve la visita “inaspettata”.  A parlarci di questo è Giuseppe Di Nardo, musicista, fortemente legato alla sua terra, ai suoi luoghi e, perché no, alle sue tradizioni. “Ho vissuto anni bellissimi. Venivo assoldato in tarda serata da amici ma anche da estranei che mi chiedevano di raggiungerli per portare la strenna. Questo canto è per me la migliore rappresentazione del Natale. Quante volte – spiega ancora Di Nardo – al termine delle funzioni religiose, io e la mia chitarra ci siamo ritrovati in comitive festose. È bello ricordare, entrando nei palazzi, salendo sul pianerottolo della “vittima” prescelta, che anche il vicino di casa partecipava a questa “invasione”, rimanendo in silenzio e sbirciando dall’occhiello del portone per godersi il canto seppur improvvisato”.  Una chitarra, una fisarmonica, un tamburello ma anche due cucchiai da cucina, un “sazeri” (mortaio, nda) ed è musica. Pandemia a parte, una volta ritornati alla strenna “in presenza” ricordatevi di aprire la porta e di accogliere al meglio gli ospiti. Diversamente (è capitato) potrebbe aspettarvi la strenna cosiddetta “da vrigogna” e qualche imbarazzo di troppo.

(Massimiliano Crimi)

*giornalista p.

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