Legambiente Sila: “l’ordinanza di riapertura delle discariche è un atto sbagliato”

Con l’ordinanza contingibile e urgente firmata il 1 luglio che autorizza fino al 31 dicembre il conferimento di nuovi volumi di rifiuti fino al 50% di quanto già autorizzato nelle discariche pubbliche della provincia di Cosenza, la presidente Rosaria Succurro ha deciso di non cambiare strada sulla gestione fallimentare dei rifiuti per l’ATO Nord della Calabria e adeguarsi al modello “Cosenza”. Un modello consolidato nel tempo che vede protagonisti gli amministratori locali e regionali di ogni parte politica alleati “contro l’ambiente” e intenti a favorire scelte sbagliate e il ricorso alle discariche anziché decidere dove realizzare l’Ecodistretto che eviterebbe le continue emergenze e il Monnezza Tour a cui assistiamo ogni estate.

Nello specifico è l’ATO Rifiuti Cosenza che non decide dove localizzare l’Ecodistretto che dovrà contenere gli impianti di trattamento e smaltimento dei RSU. Ma l’Assemblea dei Sindaci che partecipa a questa Comunità d’Ambito dal 2018 non riesce a decidere, in maniera democratica e sulla base di evidenze tecnico scientifiche, dove collocare questi impianti che sono fondamentali per garantire un efficace ciclo industriale della raccolta, smaltimento e valorizzazione dei rifiuti solidi urbani.

Non è servita nemmeno la nomina di un Commissario ad Acta da parte della Regione per decidere dove collocare l’Ecodistretto e realizzare i nuovi impianti pubblici di trattamento e smaltimento, perché l’Assemblea dei sindaci dell’ATO è stata capace di affossare qualsiasi proposta salvo poi chiedere di utilizzare le discariche pubbliche (San Giovanni in Fiore, Corigliano-Rossano e Cassano allo Ionio) per risolvere i problemi che loro stessi hanno alimentato non realizzando i nuovi impianti.

Grazie all’inconcludenza dell’ATO Rifiuti Cosenza, nei prossimi mesi assisteremo al trasporto dei rifiuti prodotti dai Comuni dell’area urbana impacchettati e spediti a San Giovanni in Fiore, e di quelli prodotti dai Comuni della sibaritide accolti dagli impianti privati di quella zona. Una gestione dei RSU costosa, quasi quanto la spedizione all’estero, che non affronta la mancanza di impianti nelle aree dove vengono prodotti più rifiuti: è l’area urbana di Cosenza che si deve fare carico di localizzare nel suo territorio l’Ecodistretto.

Una situazione che aggraverà i problemi ambientali di altri territori della provincia, come nel caso di San Giovanni in Fiore che avendo una discarica pubblica sul suo territorio deve subire queste scelte anche perché i sindaci anziché difendere il nostro territorio si sono resi complici di tali decisioni assurde. E nel caso della presidente/sindaco Succurro siamo in evidente conflitto tra il ruolo di chi decide e di chi subisce le decisioni e, al pari di chi l’ha preceduta sulle due poltrone, garantisce l’utilizzo della discarica di località Vetrano anziché favorirne definitivamente la bonificata, la messa in sicurezza e la immediata chiusura.

La presidente/sindaco Succurro, non si accontenti solo di portare nuovi rifiuti in località Vetrano in cambio dei milioni di euro promessi dalla Regione, ma nel suo ruolo pretenda che si decida dove localizzare l’Ecodistretto e imponga all’ATO Rifiuti Cosenza di fare una scelta. Oltre a fare qualcosa per l’ambiente, almeno ci eviterà che alla prossima emergenza il presidente dell’ATO Rifiuti Cosenza gridi alla nuova riapertura della discarica di Vetrano.

Fonte: Legambiente Sila

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