Cosenza, 6 artisti della street art firmano opere nel quartiere Case Minime. Progetto della Rublanum

È APPARSA a Cosenza, sulla facciata di un palazzo del quartiere delle Case Minime, sito a monte di viale della Repubblica. Chi la conosce rimarrà stupito, lei avrà l’occasione di rivedersi lì, ogni giorno, sempre con quei colori accesi. La signora Anna, storica abitante del quartiere, è stata ritratta da Aches, muralista irlandese. La città si trova ad avere un museo a cielo aperto, a cui le persone possono accedere liberamente e gratuitamente sette giorni su sette, per ammirare opere che hanno una storia da raccontare. Succede a Cosenza con I.A.M.U, Idee Artistiche Multidisciplinari Urbane, curato dall’associazione Rublanum (già fautrice del progetto di street-art itinerante Gulìa Urbana) in collaborazione con Fulea e Maestri Fuori Classe, e finanziato da Agenda Urbana con il patrocinio del Comune di Cosenza, e ha l’obiettivo di valorizzare lo spazio urbano, grazie ad interventi di street-art, ma anche a sviluppare il tessuto comunitario del luogo. Quello che è stato fatto insieme ad altre realtà come Maestri Fuori Classe e Fulea è abitare lo spazio pubblico, vivendo in modo totalizzante un quartiere facendosi coinvolgere da quella comunità che quello spazio lo conosce palmo a palmo. A firmare le opere sono gli artisti internazionali Aches (Irlanda), Dimitris Taxis (Grecia) e Slim Safont (Spagna), Dùo Amazonas (Argentina – Colombia), Tony Gallo e Vesod (Italia). Presente anche Martha Cooper, foto-reporter statunitense che ha documentato la storia della scena urban di New York fin dagli anni ’70 e che a settembre è stata protagonista di un talk, assieme ai diversi street-artist presenti, presso gli spazi di GAIA – Galleria d’Arte Indipendente Autogestita.

Il merito dei musei a cielo aperto è portare questa nuova tipologia di turista che instagramma, per poi postare sui social, ad andare in tour nei quartieri e nei borghi di cui la nostra regione è ricca. L’impatto, ça va sans dire, è stato positivo, è bastato davvero un nonnulla per entrare in confidenza con gli abitanti del quartiere che sono stati disponibile e li hanno accolti in casa. Secchi di vernice, bombolette spray e piattaforme elevatrici. A ognuno degli artisti è stato dato un muro su cui raccontare, usando il proprio stile, una storia. Il legame con le mura dei palazzi e le strade della città si rinsalda, i colori spenti dal tempo delle facciate degli edifici si riaccendono con le pennellate di colore degli artisti. Dal Dùo Amazonas, che hanno riportato su muro l’ultima scena tratta dal film “Thelma & Louise”, con l’intento di sottolineare l’importanza dell’amicizia tra donne, a Slim Safont e Taxis hanno unito i loro differenti stili visivi per realizzare un’opera che è una potente fotografia del territorio, “Panda Is Forever”. Chissà in quanti vedendolo hanno ricordato le prime uscite a bordo di quell’auto icona del marchio automobilistico italiano. Tony Gallo ha invece realizzato un’opera dal titolo “Anche i fiori vogliono parlare”, che mette in evidenza la mancanza di dialogo che a volte emerge tra persone vicine. Vesod nel suo lavoro raffigura una donna che protegge un agnellino da un branco di lupi, animale simbolo della città di Cosenza. Tutte le opere realizzate, così come i laboratori svolti, sono i tasselli di un percorso in cui si è contribuito a dare vita ad un nuovo modo di vivere le Case Minime, mostrando come un quartiere possa rinascere attraverso la cura e la bellezza.

(Rita Pellicori)

Fonte: Parola di Vita

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