Maria Gabriella Pasqualini al Master dell’Unical: “l’importanza dell’Intelligence nella storia per tutelare la vita dei cittadini”

MARIA Gabriella Pasqualini, docente universitaria e alla Scuola Ufficiali Carabinieri, ha tenuto una lezione sulla “Percezione dell’Intelligence nella Storia d’Italia” durante il Master in Intelligence dell’Università della Calabria diretto da Mario Caligiuri. Pasqualini nella sua lezione ha parlato dell’evoluzione dell’Intelligence nella storia partendo da due concetti generali.

Il primo ha riguardato il passaggio dal segreto del Re al segreto di Stato, collegato direttamente al cambio della forma di governo: dallo Stato Assoluto allo Stato Costituzionale. In entrambe le forme ha affermato Pasqualini, era presente il bisogno di sorvegliare, informare e proteggere l’interesse dei cittadini. Il secondo elemento di carattere generale evocato ha riguardato il concetto espresso da Sun-Tzu: “Se conosci il nemico e conosci te stesso non temerai nessuna battaglia”. L’intelligence, ha affermato Pasqualini, è un’attività rivolta al futuro dove l’elemento umano per comprendere la realtà è importantissimo e fa la differenza.

Ha poi parlato del ruolo dell’intelligence francese ai tempi del Re Luigi XIV° con il Cabinet du Conseil de Roi. Dopo la Rivoluzione Francese e con l’arrivo di Napoleone Bonaparte l’assetto dello Stato cambia profondamente, perché si ha una concezione diversa delle Istituzioni ed il Segreto del Re diventa il Segreto dello Stato. A Napoleone si deve una nuova dimensione della raccolta dell’informazione, che non è più solo militare o gossip di Corte ma è anche una raccolta di dati a livello economico e sociale, cercando di comprendere anche il sentimento delle persone attraverso l’analisi di quelle che oggi chiamiamo fonti aperte.

Pasqualini ha poi analizzato l’evoluzione della storia e della cultura dell’intelligence in Italia.

Ha affermato che l’Italia unitaria ha ereditato dalla Francia, non solo il modello di Stato ma l’organizzazione dei Servizi di intelligence. In questo periodo si comincia a configurare anche nel nostro Paese il concetto di Segreto. Infatti, con la circolare La Marmora del 1866 veniva concepito come segreto sia verso il popolo sia verso gli altri Stati. Un ruolo importante viene assunto da Camillo Benso Conte di Cavour, che per la sua attività di imprenditore agricolo e per la sua profonda conoscenza delle dinamiche di Borsa, costituisce una rete informativa personale che successivamente fa confluire nella rete informativa del Ministro degli Esteri.

Ma il vero salto di qualità dell’Intelligence Italiana, afferma Pasqualini, avviene nella Prima Guerra Mondiale, quando l’Ufficio Informazione pur non risultando ufficialmente nell’organigramma dello Stato Maggiore, opera efficacemente. Le informazioni che arrivano da parte degli agenti segreti sono tante ma non si ha la capacità di analizzarle e questo emerge chiaramente dalla relazione della sconfitta di Caporetto. Con la fine della prima Guerra mondiale si parla addirittura di abolire il servizio segreto militare ma questi propositi non si concretizzeranno.

Con Benito Mussolini a capo del Governo dal 1922, la parte informativa dei Servizi diventa un’organizzazione organica dello Stato e nel 1925 viene formato il Servizio di Informazione Militare. Nel 1929 viene fondata l’Ovra ( Opera Volontaria di Repressione dell’Antifascismo), direttamente collegata al Partito Fascista e quindi allo stesso Mussolini. La Polizia Politica è diretta da Arturo Bocchini che la organizza e la utilizza per difendere il Regime Fascista. Anche il Servizio di Informazione Militare, svolge questa funzione a favore del Regime fino a uccidere i fratelli Carlo e Nello Rosselli.

Dopo la seconda guerra mondiale i servizi di Intelligence migliorano la loro organizzazione.

Nel 1947 l’Italia firma il Trattato di Pace e nel 1949 entra a far parte della Nato. Si tratta di mantenere e sostenere una giovane Repubblica, nata tra tante difficoltà alla fine di una guerra civile sanguinosa.

La prima legge sui servizi segreti si ha nel 1977, con la quale viene istituito il Servizio per le Informazioni e la Sicurezza Democratica (Sisde). Esso assolve a tutti i compiti informativi e di sicurezza per la difesa dello Stato Democratico, per la prima volta si parla, espressamente, di difesa delle istituzioni democratiche. La legge prende vita in un periodo particolarmente complesso per l’Italia. Nel 2007, dopo trent’anni, viene promulgata la nuova legge sull’Intelligence. Dopo la caduta del muro di Berlino, la fine della “Guerra Fredda”, la globalizzazione, l’attentato dell’11 settembre, il clima politico interno ed internazionale è profondamente cambiato. Siamo difronte – afferma Pasqualini – all’Intelligence globale, il cui obiettivo è di difendere lo Stato: per farlo sono necessarie delle professionalità elevate in un contesto in cui c’è un flusso mediatico forte legato ai flussi finanziari. Oggi – ha concluso – Pasqualini la percezione che si ha dei servizi segreti è profondamente mutata rispetto al passato. Non abbiamo più paura dei servizi segreti perché c’è una maggiore consapevolezza del fatto che sono necessari alle Istituzioni democratiche dello Stato.

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