Il venerabile don Gaetano Mauro testimone evangelico del suo tempo

“UNA TESTIMONIANZA bella di appartenenza a Gesù e al Vangelo”. Così mons. Giovanni Checchinato, arcivescovo metropolita di Cosenza – Bisignano, ha definito il venerabile don Gaetano Mauro, fondatore della congregazione dei Pii Catechisti Rurali (Ardorini). Cattedrale di Cosenza traboccante di fedeli per la solenne celebrazione eucaristica di ringraziamento per la venerabilità del decano don Mauro. La liturgia è stata concelebrata da mons. Leonardo Bonanno, vescovo emerito di San Marco Argentano – Scalea, da
mons. Francesco Milito, amministratore apostolico di Oppido Mamertina – Palmi, e da mons. Gianfranco Todisco, vescovo emerito di Melfi – Rampolla – Venosa. Grande la gioia del superiore generale dei Pii Catechisti Rurali, padre Salvatore Cimino. Per l’occasione, nella chiesa madre bruzia sono convenuti missionari e laici legati al cammino ardorino, a partire dalla Comunità di Montalto Uffugo, che conserva la memoria viva e il ricordo grato dell’opera zelante di don Gaetano Mauro. Prima delle letture, il postulatore della causa di beatificazione e canonizzazione ha dato lettura del decreto sulle virtù eroiche del venerabile, a firma del card. Marcello Semeraro, prefetto della congregazione delle Cause dei Santi. “Don Gaetano Mauro è uscito fuori, andando a chiamare alle nozze tanta gente che nessuno avrebbe mai invitato” – ha detto mons. Checchinato, che ha sottolineato l’impegno “sociale” del venerabile. “Insieme ai
laici, il decano ha saputo farsi carico del tempo che stava vivendo”. L’attenzione al mondo del lavoro che, per dirla con il venerabile, “è una benedizione di Dio”, al centro dell’omelia del presule bruzio. La sensibilità del Decano è un’esortazione anche per noi oggi, mentre assistitamo “all’abbandono della terra”, o mentre troppo spesso “il lavoro è visto solo come una possibilità tra tante”. Mons. Checchinato ha descritto la passione per il vangelo di don Gaetano Mauro. “Possiamo e dobbiamo metterci in gioco,
perché la fede possa essere infervorata a una dimensione missionaria”. Sull’esempio del Decano, “testimone impareggiabile dell’amore del Signore, grazie al quale si è messo a servizio dei fratelli, dei più poveri e dei bisognosi”.

(Fabio Mandato)

Fonte: Parola di Vita

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