I “Palloni per Santa Liberata”. La secolare tradizione a S. Stefano di Rogliano

OGNI giorno, nella seconda metà di settembre, il suono delle campane annuncia l’inizio delle celebrazioni del Novenario. Il “pallone di Santa Liberata” vola in alto, nei cieli del Savuto. S’innalza la preghiera, affidando all’azzurro infinito gioie, dolori e speranze dei devoti. A Santo Stefano di Rogliano, dalla cima al monte Tirone, il Santuario domina l’abitato. Una lunga tradizione, segni che confermano l’amore tramandato nel tempo: zampognari svegliano l’antico borgo. Si attende il volo del “pallone” all’imbrunire. Alcune testimonianze confermano la centenaria presenza delle strutture di carta velina quanto dei suonatori mattutini. Si racconta che un “pallone” negli Anni Sessanta – pare sia rimasto in volo per molte ore tanto da essere rinvenuto il giorno dopo nei campi tra Morano Calabro e Castrovillari. Dall’immaginetta rimasta integra alla fiamma e all’umidità i contadini del posto risalirono al borgo del Savuto e ne comunicarono l’accaduto. Un lungo viaggio per la semplice “mongolfiera di carta velina”.

Un segno, per qualcuno, che ne innalza il significato. Piccole mongolfiere colorate che sfruttano gli stessi principi dei più grandi aeromobili: aria calda (meno densa di quella circostante) per ottenere la spinta verso l’alto necessaria per sollevarsi. Calore dato dalla “gradiglia” posta alla bocca della struttura alimentata con cera, benzina e pece. Un lavoro che richiede abilità, assemblaggio attento per rendere il “pallone” leggero e nel contempo resistente. Serve calibrare i materiali. Colori accesi per darne bellezza, composizione a scacchi di due colori. Il Covid, ha fermato i festeggiamenti civili: bancarelle, luminarie e concerti non hanno trovato posto tra fra le strade del centro. La pandemia non ha fermato i giovani del “Comitato per Santa Liberata”. Un lavoro lungo un anno. Realizzare nove palloni volanti è per loro una preghiera fluttuante, un modo per testimoniare l’amore immenso della Comunità cristiana per Santa Liberata.

(Massimiliano Crimi)

Fonte: Parola di Vita

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