Un’ora di rete e di idee: il Club Giovani Soci BCC Mediocrati a confronto con le realtà giovanili del territorio

QUANDO il Covid– 19 non arresta le idee, ma offre gli spunti per crearne nuove e diverse. Così il Club Giovani Soci BCC Mediocrati ha organizzato, sulle piattaforme social, un incontro confronto con le realtà giovanili più attive del territorio. Un dibattito di oltre un’ora, mettendo sul tavolo aneddoti e esperienze, su come in tempi di pandemia sia necessario reinventare il futuro; tenendo conto dei rischi ma ancor di più delle opportunità. Il Club, da sempre, ha come proposito la crescita della terra del territorio, partendo non dall’aspetto pecuniario della singola iniziativa ma, conditio sine qua non, dalle relazioni umane. I lavori sono stati introdotti dal presidente Stefania Chimenti e, tra gli ospiti, hanno figurato Roberto Rugna, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria di Cosenza, Rocco Sicoli vice presidente Confcooperative Calabria, e Antonio Labanca del Leo Club Cosenza. Alla riunione ha partecipato anche Nicola Paldino, presidente BCC Mediocrati. Tante le domande e altrettanti gli spunti di riflessione, in un momento in cui il termine “reinventarsi” non sembra più un optional, ma una necessità. “Credo che la chiave di volta della situazione sia sempre la persona al centro” – commenta così Roberto Rugna, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria Cosenza. “Stiamo attraversando tra i periodi più difficili, peggio della Seconda guerra mondiale. Però bisogna essere ottimisti e cogliere tutte le opportunità che si presenteranno, come ad esempio il recovery found. Noi imprenditori dobbiamo essere capaci di fare squadra poiché il problema della Calabria è culturale. Sarà importante dunque mettere quei giovani capaci ai posti di comando, che sappiano sfruttare al meglio le risorse. Per creare occupazione e ricchezza l’impresa è fondamentale per il territorio, per cui bisogna sostenere le attività che hanno del reale potenziale. Dovrebbe esserci meno burocrazia e più concretezza, e attrarre i tanti giovani costretti a emigrare; cambiato il modo di lavorare, dovremmo creare le condizioni di farli rimanere, ripopolare il territorio e arricchirlo”. Un allenamento, si potrebbe dire, alla consapevolezza e all’esperienza concreta. “È sempre difficile far percepire come  dovrebbe essere una buona comunicazione e una reale comunicazione, perciò bisogna prima cosa guidare le persone” – commenta Rocco Sicoli, vice presidente Confcooperative Calabria. “La prima ambizione che dovrebbero avere oggi i giovani è quella anzitutto di appropriarsi degli spazi sociali, riprendere in mano l’imprenditoria, poiché vedo che molti bravi imprenditori un po’ per paura, un po’ per troppa concentrazione sul business, si occupano poco di quello che c’è intorno; poca la capacità di connettersi col territorio e influenzarlo.

Per quanto riguarda invece l’e-commerce, questo è il momento più difficile per entrarci poiché tutti ci siamo catapultati. Ora anche chi là dentro ci stava male ha avuto un vantaggio competitivo come la relazione col cliente, elemento spesso sottovalutato nel commercio. Per la cooperazione le persone sono tutto, non dimentichiamo che siamo animali sociali per cui dobbiamo aprirci, dare e ricevere a chi ci sta intorno”.  I giovani per i giovani dunque, e continuo confronto per reinventare un domani migliore, come testimoniato da Antonio Labanca, del Leo Club Cosenza: “penso che proprio questi incontri rafforzino la voglia di noi giovani per fare rete e dare una risposta concreta alle esigenze della nostra terra” – dichiara Labanca. “Si respira comunque un clima molto positivo tra i giovani, nei quali alberga una grande voglia di riscatto. Oggi chiedono anzitutto più certezze e opportunità in Calabria, i giovani vogliono mettersi in gioco in una regione in cui la disoccupazione è ai minimi storici, e dove è difficile ottenere l’occupazione adeguata ai percorsi di studio fatti. Penso che loro accoglieranno positivamente il post pandemia, li spingerà di più a fare rete e a recuperare i rapporti umani, dando così un contributo ancora più significativo”.

(Francesco Sarri)

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