Tragedia migranti. Crotone, mons. Panzetta: “è il momento della preghiera”

APERTA al PalaMilone di Crotone la camera ardente delle 64 vittime del tragico naufragio avvenuto domenica. Tanti i semplici cittadini che hanno raggiunto l’area del palazzetto dello sport crotonese, al cui ingresso campeggiano cartelloni e striscioni. “Silenzio e giustizia per le vittime del mare”, hanno scritto i tifosi del Crotone. Alcuni cartelloni sono stati realizzati anche dagli allievi delle scuole. Ed è costante l’omaggio floreale. In molti, infatti, hanno voluto recare un mazzo di fiori in onore delle vittime. A Crotone questa mattina anche i sindaci dei Comuni del comprensorio, che hanno omaggiato i defunti.
All’interno del palazzetto ancora commozione e silenzio, interrotto solo dalla preghiera comune di mons. Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo di Crotone-Santa Severina, e dell’imam. Il presule ha guidato la preghiera del Padre Nostro e dell’Eterno riposo.

“Questo momento è fatto di poche parole, questo è il momento della pietà. Un momento umanissimo dove, davanti al segno delle bare, davanti al segno della morte, ognuno di noi invoca il Signore, il Dio della vita, perché accolga questi nostri fratelli”. Lo dichiara mons. Angelo Raffaele Panzetta, arcivescovo di Crotone-Santa Severina, in visita alla camera ardente che accoglie i corpi dei migranti morti nel naufragio davanti alle coste crotonesi. “Noi ci battiamo tutti il petto perché è chiaro che c’è una corresponsabilità e una responsabilità sociale in quello che è avvenuto e tutto dovrà essere considerato con attenzione – aggiunge. Però, ci vorrebbe anche, almeno in questo momento, che ci fosse una tregua dalle polemiche e si sperimentasse dentro di sé quella umanissima pietà per le persone che sono morte, per le famiglie straziate dal dolore”.

Il presule ricorda inoltre che “nei salmi si parla di un vento che squarcia le navi: il vento gelido dell’egoismo, il vento gelido della paura, il vento gelido della chiusura, il vento gelido di Paesi nei quali i diritti non sono riconosciuti, il vento gelido di un sistema economico che produce Paesi dai quali bisogna scappare, il vento gelido di corresponsabilità che ci chiama tutti in causa”. “Quindi, questo non sia tanto il momento della polemica, ma della pietà e della preghiera. Verrà un tempo in cui non di pancia ma con la testa e con il cuore occorrerà riflettere accuratamente su quello che è avvenuto e su quello che bisogna fare perché queste cose non accadano più”.

“Una tragedia del genere ha sconvolto tutta la Comunità e il resto dell’Italia. Oggi è il giorno della condoglianze e della solidarietà a queste famiglie che sono giunte da tutta Europa a riconoscere e i propri familiari”. Lo ha detto al Sir Vincenzo Voce, sindaco di Crotone, pochi minuti prima dell’apertura della camera ardente per i migranti naufragati a Cutro. “Crotone c’è, e l’accoglienza sta andando bene, anche perché come territorio siamo abituati a questi fenomeni, come dimostra il Cara di Isola Capo Rizzuto, che per noi è molto importante”. Presente anche Antonio Ceraso, sindaco di Cutro, il luogo della tragedia. “Chiunque ha bisogno di aiuto e soccorso va aiutato, ovunque si trovino, come e dove vivere la loro vita è un problema successivo. Ma questo è un problema globale”. “Dobbiamo piangere e avere rispetto di quelli che ci hanno lasciato, ma andiamo avanti: pensiamo a come evitare in futuro ciò che è avvenuto. I riflettori non si devono spegnere”.

(Fabio Mandato)

Fonte: Parola di Vita

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