Rimodulati i canoni e prorogati i termini per la regolarizzazione degli abitanti dell’edilizia popolare

REGOLERANNO l’occupazione senza titolo di chi abita l’edilizia residenziale pubblica le nuove norme della legge regionale 30 marzo 1995 numero 8, approvate nel corso dell’ultimo Consiglio regionale quale atto indifferibile e urgente e che sono già in vigore dopo la pubblicazione sul Burc della Regione Calabria. Le modifiche, approvate grazie ad un disegno di legge presentato dal consigliere regionale Pierluigi Caputo (nella foto), presidente della quarta commissione “Assetto e utilizzazione del territorio e protezione dell’ambiente”, riguardano la proroga dei termini di accesso alla regolarizzazione che a causa dell’emergenza epidemiologica e complice il periodo di lock down non ha consentito ai residenti degli alloggi popolari di utilizzare la finestra temporale prevista per la legalizzazione delle posizioni abitative.

La nuova norma però non si limita a solo a questo – «la modifica più importante riguarda la rimodulazione dei canoni in base a quelle che sono le reali possibilità a pagare da parte degli occupanti – spiega Pierluigi Caputo. Questo correttivo, condiviso all’unanimità dall’intero Consiglio, ci svincola da quello che era il metodo di una riscossione basata su un importo oggettivo e quindi predeterminato, per passare ad una più equa e calibrata su quelle che sono le reali possibilità dei nuclei familiari». A guidare questa decisione, la consapevolezza della difficoltà economiche in cui vivono molte famiglie che hanno diritto allo stabile ma che a causa della pandemia hanno visto sensibilmente ridotte le proprie entrate. «Le modifiche apportate alla legge regionale sono state redatte per sostenere in modo concreto e aiutare chi vive già in condizioni precarie e disagiate». «Per questo motivo – aggiunge Caputo – grazie alle nuove norme, sarà consentita la rateizzazione degli eventuali canoni arretrati o delle indennità mensili non versate fino ad un massimo di dieci anni, tre anni in più rispetto ai sette previsti nella legge originaria. Il tutto resta subordinato al previo versamento di una rata di acconto che non è più del 25% ma è stata ridotta al 10%. Ulteriori agevolazioni sono previste anche per le famiglie il cui indicatore Isee in corso di validità sia inferiore agli 8mila euro. Anche in questo caso il versamento a titolo di acconto per le somme dovute è stato ridotto, passando dal 10% originario al 5% previsto dalla nuova formulazione legislativa». La nuova legge quindi: «Consentirà di prolungare i termini di sanatoria di chi occupa l’alloggio rientrante nell’edilizia residenziale pubblica – conclude Caputo. Oltre a questo saranno dilatati e ridotti quelli che sono gli importi che devono essere versati nelle casse pubbliche affinché si possa procedere ad un corretto possesso dell’immobile. Abbiamo operato in questa direzione tenendo conto della grave crisi economica causata dalla pandemia. Abbiamo operato anche tenendo conto la consistente mole di contenziosi che i privati cittadini ogni anno instaurano con l’Aterp e che in questo modo, dalle stime fatte dai tecnici dell’ente regionale, dovranno sensibilmente diminuire».

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