Altomare: “utilizzare per degenza Covid tutti gli spazi disponibili del Santa Barbara”

DI SANITA’ sul territorio torna a parlare il sindaco Giovanni Altomare di ritorno dalla trasferta romana. Una lunga giornata di dialogo e di ascolto durante il sit-in di Montecitorio assieme a tanti altri colleghi calabresi per chiedere “una Sanità normale”. Dalla sua pagine social una lettera aperta per far conoscere pensiero e azioni avviati per un nosocomio, quello di Rogliano, sempre aperto all’accoglienza sanitaria e mai effettivamente utilizzato i tutti i suo spazi disponibili. Anche quando è stato chiamato ad ospitare i pazienti Covid – di supporto all’hub “Annunziata” – nel corso dell’emergenza pandemica. Il primo cittadino spiega: “con battente insistenza, ho prospettato formalmente e in via breve alle competenze di vertice dell’Azienda ospedaliera di Cosenza e dell’Azienda sanitaria provinciale la possibilità di utilizzare per degenze Covid tutti gli spazi disponibili, attualmente vuoti e pur attrezzati, dell’ospedale Santa Barbara”.

Altomare indica pure dove poter agire. “Tra l’altro – scrive – ho segnalato che l’intero secondo piano, destinato a Hospice, con 28 posti letto di cui 14 provvisti di dispositivi per ossigenoterapia, inspiegabilmente, non sono stati accorpati al reparto Covid dello stesso nostro presidio, in aggiunta ai 14 ad oggi pienamente utilizzati per i pazienti affetti da Coronavirus”.

Sollecitazioni e rimostranze condivise da tutti i sindaci del Savuto, come precisato nell’ultima parte del messaggio: “battersi quindi, per mantenere vivo ed efficiente tale presidio, che può vantare storica efficienza, significa tutelare al meglio gli interessi diretti e le aspettative più legittime dei cittadini di ogni singolo comune.  I sindaci hanno sempre operato in perfetta unanime intesa e sono certo che tale unanimità possa proseguire per sorreggere la comune rivendicazione”. “Lo faremo – conclude Altomare nella missiva – convinti come siamo di fare il nostro dovere per il bene comune della salute pubblica”.

(Massimiliano Crimi)

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