La band roglianese “Avissivoglia” canta la storia di Isabella d’Aragona

QUANDO le vicende prendono le sembianze di uno stornello uno dei migliori mezzi per calarsi nel tempo è la musica tradizionale. C’è chi la storia di Isabella la canta. Parliamo del gruppo degli Avissivoglia, band del roglianese, che attratta dal vissuto di questa giovane regina ha voluto raccontarne i dettagli cercando di evocare il senso degli eventi. Ascoltando il brano (il cui titolo prende il nome della stessa regina) sembra di immergersi nella cronaca di un tempo (quello medievale) così lontano da noi nella forma, ma non tanto dissimile nella sostanza. Isabella è una ragazza il cui avvenire è concordato dai cosiddetti “grandi”. Diverrà una donna le cui scelte sono condizionate dalla sua stessa posizione sociale. Nel tempo emerge come il suo è un matrimonio non fatto d’amore, che serve solo a siglare la temperanza fra due Potenze. In questo si manifestano i giochi di potere che sporcano le storie. Oggi potremmo ricondurre i colossi di condizionamento nei falsi miti ed idoli del successo che inconsapevolmente ottenebrano i desideri delle future generazioni. Quello di Isabella è stato un futuro deciso sotto gli occhi di tutti. Le influenze che contaminano i giovani del nostro tempo sono così evidenti? Vengono menzionate? Questo quesito ha motivato la stesura del testo la cui fine non è lieta e sembra concludersi nel vortice della fatalità. Il “boato” che viene ricordato nella prima strofa proviene da quel “guado maligno”, espressione estratta dalle Laudi di Gabriele D’Annunzio, che in riferimento al triste episodio definirà «maligno / il guado che lei travolse e la corona». Se ne va la donna, con il suo cavallo, con il suo scettro, con una storia di cui forse è stata vittima e che l’ha messa al dominio per poco tempo. Il paradosso è il luogo dove finisce questa storia: la nostra terra calabrese. Un posto invaso sempre dai dominatori, dai potenti. Un suolo che nei secoli ha chiesto riscatto, ma nonostante ciò ha mantenuto un’ identità propria umile, semplice e distinta. Questa canzone è la chiara espressione di come la musica abbia congiunto la figura di Isabella con la nostra terra, così lontane nella provenienza, così vicina nella volontà di sognare sempre un futuro diverso.

(Andrea Garofalo)

Fonte: Parola di Vita

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