Ospedale “Santa Barbara”: Altomare chiede un tavolo di confronto alla nuova struttura commisariale

“IL CASO dell’ospedale “Santa Barbara” di Rogliano, la cui documentata efficienza storica è stata progressivamente disastrata da cieche gestioni ordinarie e, ancor di più, da scellerate gestioni commissariali, è emblematico di una politica che ha ridotto la Sanità pubblica di questa regione nelle miserevoli condizioni in cui, purtroppo, si trova e che sono sotto gli occhi di tutti, esposte alla (giustamente) scandalizzata dell’opinione pubblica nazionale”. Lo sostiene il sindaco di Rogliano, Giovanni Altomare, in una nota diffusa nel tardo pomeriggio di oggi e riservata all’annosa vertenza del presidio ospedaliero del Savuto.

UNA STRUTTURA NATA DALLA INTUIZIONE DI PIERINO BUFFONE

“Tale politica – aggiunge Altomare – sorvolando sulle degenerazioni che ne hanno accompagnato il corso, si è rivelata utile a centrali lobbistiche bene organizzate e al sistema privato in una logica perversa del depauperamento del servizio pubblico e della sua ispirazione sociale, compromessa dal processo di regionalizzazione e di aziendalizzazione che l’hanno allontanata dalla reale tutela degli interessi generali della collettività. L’ospedale di Rogliano, nato da una sottoscrizione di minatori emigrati ammalati di silicosi e dalla intuizione dell’onorevole Pietro Buffone, sindaco, parlamentare e uomo di governo, ha patito le storture di questo sistema e da presidio ospedaliero gioiello che era è diventato un ospedale oggetto di manovre di dequalificazione e di riconversione”.

IL SAVUTO NON RINUNCIA AL SUO OSPEDALE

“Di qui – prosegue il primo cittadino – le ricorrenti manifestazioni popolari di protesta e l’apertura di un’ultradecennale vertenza tra le amministrazioni locali e gli organi di gestione aziendale. Ci auguriamo che questa vertenza venga immessa sui binari della responsabilità e del buonsenso, nel momento in cui è conclamata la necessità di un risanamento del sistema sanitario regionale e nel momento in cui è ravvisata la indispensabilità della riapertura degli ospedali chiusi e del riefficientamento di quelli, come il “Santa Barbara”, sono stati ridimensionati nella logica di una graduale, felpata riconversione.
Noi al nostro ospedale non rinunciamo. E non per averne uno sotto casa, come strumentalmente vien detto da qualche parte, bensì per averne un o su un vasto territorio montano, di difficile collegamento con la città capoluogo, e per valorizzare il suo ruolo nell’ambito del sistema aziendale, afflitto nelle sue disfunzioni, da casi di malasanità, da sovraffollamento e da congestione, da lunghissime liste di attesa. E guarda caso, tali disfunzioni dei presidi della città hanno coinciso con l’indebolimento della struttura di Rogliano, che ha sempre assolto funzioni di alleggerimento dei carichi di lavoro degli ospedali di Cosenza.

LA NUOVA GESTIONE COMMISARIALE INVERTA IL SENSO DI MARCIA

Siamo convinti – e desideriamo persuadercene nei fatti – che la nuova gestione commissariale voglia invertire il senso di marcia che sin qui è stato perseguito da gestioni che, in massima parte, hanno operato in regime di continuità, pur tra dichiarazioni di facciata insistenti su prospettive di cambiamento e di rigenerazione. La Sanità locale è andata sempre di male in peggio, e i risultati sono questi.

UN TAVOLO PER IL RILANCIO DEL “SANTA BARBARA”

“Su queste premesse – conclude il sindaco – chiediamo al nuovo commissario l’apertura di un tavolo che sia finalizzato al recupero, alla riqualificazione e al rilancio dell’ospedale “Santa Barbara”, come piccolo ma efficiente presidio di cura per malattie acute, come struttura adatta agli interventi di minore portata e funzionale alla efficienza dei presidi della città capoluogo. E’ questo un ruolo che gli va riconosciuto, con la semplice applicazione del buonsenso e, certo, con gli investimenti che l’attuale gestione saprà ottenere”.

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