A Marzi si rinnova lo spettacolo delle Pullicinelle. Video e intervista

LA CALABRIA è ricca di tradizioni e folklore le cui radici affondano nella storia di piccoli e grandi paesi sparsi nelle diverse province. Dopo Cellara, Marzi. Anche la Valle del Savuto mantiene saldo il rispetto per la Memoria associandolo, molto spesso, ad avvenimenti legati alla religiosità popolare. Contesti frutto della rielaborazione di miti accostati alla festa cristiana come occasione di partecipazione ma anche di interazione sociale e riscoperta della cultura e della identità locale. A Marzi, il giorno che precede la solennità dedicata alla Vergine del Rosario si tiene la sfilata delle “Pullicinelle”. Due  figure realizzate in cartapesta vengono accompagnate lungo i vicoli del centro storico per poi essere bruciate nella piazza antistante la chiesa di Santa Barbara. Rappresenterebbero la regina Giovanna II d’Angiò e il suo cavallo. Si tratta infatti di una manifestazione molto antica il cui significato resta in buona parte ignoto; riconducibile, forse, al periodo della dominazione angioina prima della conquista aragonese, a metà del XV° secolo. Un rito che si collegherebbe alle vicende della regina e al futuro della discendenza sul trono di Napoli o, secondo alcuni, alle discusse relazioni amorose della sovrana. Un riferimento carico di sarcasmo che durante la manifestazione prende corpo nei movimenti dei due giganti lungo il percorso processionale e nel rogo in cui sono destinati a finire. L’evento marzese, così come quello di altri centri calabresi (Tropea, Seminara, Palmi, Cellara) potrebbe risalire al periodo della dominazione spagnola con successive influenze in varie regioni dell’area del Mediterraneo. Realizzata da abili maestranze mediante utilizzo di elementi di canna rivestiti da fogli colorati, la struttura dei due fantocci permette l’inserimento di due “abballatori” in grado di trasportarli e farli ruotare a ritmi vertiginosi. Il movimento è dettato dal rullo assordante di grancassa e tamburi. Il cammino della Pullicinelle per le strade di Marzi “è tracciato da vorticose giravolte l’uno intorno all’altro come una danza magica e ancestrale che sa di fascino e mistero e che rapisce la fantasia di quanti vi assistono”. Anche quest’anno centinaia di persone (molte provenienti dal resto delle Comunità del Cosentino) si sono radunate per assistere allo spettacolo. Grandi e piccini hanno seguito il corteo sino all’anfiteatro all’aperto per la straordinaria esibizione del “Cavallo di fuoco” (realizzato dal maestro Carmine Perri) in un tourbillon di suoni e fuochi pirotecnici. In tarda serata, invece, i Giganti Processionali hanno raggiunto la piazza Gaspare del Fosso dove, al termine dell’ennesima danza al ritmo dei “Tamburi della Sila”, sono stati bruciati. Il sindaco Pietro Tucci ha ringraziato i responsabili delle scuole, i componenti delle associazioni e della pro loco, e quanti (in particolare i signori Adriano Stumpo e Ugo Arcuri) si sono adoperati per la buona riuscita dell’iniziativa.

(Gaspare Stumpo)

Fonte: Parola di Vita

Sfilata delle Pullicinelle e intervista al sindaco Pietro Tucci
Il Cavallo di fuoco

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