Il 4 gennaio 1968 nasceva la città di Lamezia Terme. L’idea “fusionista” di Piano Lago *

Ida Paola CERENZIA*

I. P. Cerenzia

FUSIONE dei Comuni in Piano Lago: una riflessione alla luce dell’anniversario della creazione di Lamezia Terme il 4 gennaio 1968. La prima proposta di aggregare i Comuni che ricadono per competenza nel territorio di Piano Lago risale agli Anni Settanta. Da allora, molto inchiostro è stato versato sull’argomento, molte riflessioni sono state effettuate sull’utilità e sugli effetti positivi che avrebbe determinato una simile scelta, eppure a distanza di tanti anni la classe politica locale non è riuscita a dotarsi degli strumenti necessari per concretizzare questa nobile idea. A vuoto sono andati i tentativi intrapresi da alcuni Consigli comunali che hanno persino deliberato in merito, resi tali dalle Amministrazioni subentranti, anche se nei diversi programmi elettorali sottoposti ai cittadini il tema della fusione dei Comuni era predominante. Di recente, per iniziativa del gruppo Officina della Politica, è stato esaminata la proposta con illustri esperti del settore e portato a conoscenza uno studio dal quale emerge l’utilità di procedere alla fusione dei Comuni che hanno competenza amministrativa sul territorio che ruota attorno allo svincolo di Piano Lago. Torniamo sull’argomento cogliendo l’occasione che ci viene offerta dall’odierna ricorrenza storica: come oggi, 4 gennaio del 1968, veniva costituita la città di Lamezia Terme. La costituzione del comune risale al 4 gennaio 1968 a seguito dell’unione amministrativa dei precedenti comuni di Nicastro, Sambiase e Sant’Eufemia Lamezia.

Per effetto ed a seguito del DPR 21 luglio 1972, il Comune di Lamezia ha diritto, nei suoi atti ufficiali, di fregiarsi del titolo di città. Un esempio di come la fusione dei Comuni, quando questi sono limitrofi, che hanno le stesse caratteristiche orografiche, sono integrati a livello comunitario, sono serviti dagli stessi servizi commerciali e la cui popolazione frequenta giornalmente Piano Lago, divenuto riferimento centrale delle attività economiche e produttive, sarebbe facile perché, a differenza di altre zone, qui a richiedere l’aggregazione è lo status attuale: i territori sono uniti, a differenza dei Comuni che sono fermi nel mantenere e difendere le divisioni territoriali. Prima di deliberare in merito, qualche Amministrazione comunale si era dotata di uno studio specifico avente lo scopo di valutare la fattibilità della fusione dei Comuni limitrofi situati su Piano Lago. L’obiettivo era quello di determinare se questa fusione avrebbe portato benefici economici, amministrativi e sociali per le Comunità coinvolte. Positiva era risultata l’analisi Geografica e Urbanistica al pari della Valutazione della contiguità geografica dei Comuni. Lo studio aveva preso in considerazione la presenza di attività commerciali e servizi condivisi. Peraltro, le opinioni raccolte tra i residenti, imprenditori e leader locali attraverso interviste e sondaggi erano altrettanto positive. Medesima considerazione era stata individuata sul piano finanziario ed economico. Era stato preso anche in considerazione l’impatto sulla tassazione locale e sulle entrate fiscali. Erano stati valutati i costi e i benefici finanziari associati all’unificazione. Aspetti positivi erano emersi sul piano della qualità dei servizi pubblici e delle infrastrutture. A tutto ciò si collegava l’ opportunità di crescita economica e l’ attrazione di investimenti e di conseguenza il potenziale impatto positivo offerto per la crescita di posti di lavoro. Sulla base dell’analisi condotta, la fusione dei Comuni in Piano Lago era emersa come una scelta valida, poiché avrebbe comportato diversi vantaggi, tra cui un miglioramento dell’efficienza amministrativa, una maggiore coesione sociale e opportunità di sviluppo economico. La presenza di un’unica identità territoriale, sostenuta da infrastrutture condivise e attività commerciali integrate, avrebbe potuto contribuire positivamente alla percezione complessiva dell’intero comprensorio. Oggi, un processo di consultazione più ampio potrebbe offrire un quadro più completo delle opinioni e dei bisogni delle diverse parti interessate. Tuttavia, un dato è certo: nel discorso sullo sviluppo, è fondamentale considerare le opportunità che sono sfuggite, e tra queste si inserisce la mancata fusione dei Comuni che ricadono su Piano Lago.

* consigliere comunale di Santo Stefano di Rogliano e rappresentante gruppo Sviluppo Savuto

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