Turismo religioso: esperienza di fede e cultura. Il “Cammino di Sant’Antonio”

di Gaspare STUMPO *

QUELLO religioso è una forma di turismo il cui obiettivo è comprensibilmente legato alla visita di santuari, monasteri, chiese, eremi e percorsi sacri. Un’esperienza di fede in costante crescita che coinvolge oltre 300 milioni di persone nel mondo, cinque milioni in Italia. Spiritualità ma anche ambiente, arte e cultura seguendo itinerari in grado di garantire relax e nello stesso tempo conoscenza, sapere e contemplazione, espressione di un sistema “lento” e per questo meno evanescente ma certamente carico di significato e qualità. Una scelta alternativa, occasione di riflessione, riscoperta e arricchimento personale. Di tendenza oggi i cosiddetti <cammini> verso luoghi simboli della religione. Percorsi affascinanti, più o meno lunghi, “disegnati” tra valli e pianure, mari e monti, borghi e città. Come il <Cammino di Sant’Antonio>, un progetto voluto dai frati della Basilica di Padova, sostenuto dall’associazione <Il Cammino di Sant’Antonio> che riprende il percorso compiuto nel 1221 (da Capo Milazzo a Padova attraverso Assisi e da Padova a Gemona del Friuli dove è sorta la prima chiesa a Lui dedicata). Incluso nel tratto meridionale, l’itinerario calabrese è il più lungo da attraversare: dallo Stretto al Pollino, per un totale di alcune centinaia di chilometri. Sei tratte suddivise in più tappe alla cui stesura hanno contribuito il Masci (da Reggio a Palmi) e l’Agesci (da Palmi a seguire). L’itinerario è stato realizzato tenendo conto di due località in cui è risultato certo il passaggio del Santo all’estremo lembo della Penisola: Pizzo e San Marco Argentano. Oltre cinquanta, in totale, le Comunità interessate lungo un tracciato che in parte, verosimilmente, coincide con quello della Via Popilia, l’antica “Capua – Regium” costruita dai romani nel 132 a.C. . Nato a Lisbona (Portogallo) il 15 agosto 1195, al secolo Fernando Martins de Bulhões, Antonio da Padova, ricordiamo, dopo la scelta di entrare a far parte dei canonici dell’Abbazia di San Vincenzo, qualche anno più tardi, colpito dal martirio dei primi cinque frati francescani inviati in Africa, scelse di “abbracciare” la regola di Assisi imbarcandosi verso il Marocco dove si ammalò e da dove, purtroppo, fu costretto a ripartire. Durante il viaggio la nave che lo trasportava assieme al confratello Filippino fu spinta da una tempesta lungo le coste della Sicilia, nei pressi di Messina. Sbarcato sull’isola decise di risalire l’Italia (a piedi) per incontrare Francesco che in occasione della Pentecoste aveva deciso di aprire un nuovo Capitolo generale. Sarà la svolta per Antonio, chiamato a viaggiare e a predicare in un momento storico non certo facile per la Chiesa a causa dei movimenti eretici sorti a quel tempo in Europa, prima della morte avvenuta il 13 giugno 1231.

  * (gasparemichelestumpo@pecgiornalisti.it)

Fonte: Parola di Vita

Le foto si riferiscono ad una delle ultime, brevi, processioni rionali della statua di Sant’Antonio che si venera nella Chiesa di San Domenico a Rogliano, in provincia di Cosenza. Nel giugno 2008, all’indomani della riapertura al culto dell’edificio religioso situato nel cuore del centro storico, il compianto parroco don Antonio Bartucci decise, infatti, di portare il simulacro fra le stradine dell’antico quartire cittadino in segno di devozione e in una ottica di recupero della “Memomia”.

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