Buona strada caro Carlo!

ERAN davvero tante le persone che lunedì scorso sono accorse per dare l’ultimo saluto al fratello scout Carlo Mascherpa. Una presenza-testimonianza del legame che Carlo ha saputo realizzare in tanti anni di servizio, nell’Asci prima e poi nell’Agesci, contribuendo all’apertura di diversi gruppi scout nella prospettiva di una visione capace di promuovere l’educazione come leva per la (auto) realizzazione del “buon cittadino” indicata da Baden-Powell e la promozione – attraverso l’esempio – di quel comandamento “ama il prossimo tuo come te stesso” (la fede fatta dono) dettata da Gesù. Una presenza-testimonianza delle molteplici generazioni di scout presenti alla cerimonia funebre: persone tutte, attraverso le quali, ricostruire la storia di Carlo e le tracce profonde della sua presenza in mezzo a ciascuna di queste. Il saluto che segue costituisce una di quelle tracce: un incontro di storie al quale dare voce in segno di gratitudine e riconoscenza. Una voce portavoce di quella presenza-testimonianza. Se nel mio “ConTeSto” faccio riferimento a te, Carlo, come “il mio papà associativo” lascio immaginare a chi legge ora queste righe di commiato, il legame, la relazione, che mi unisce a te: negli ultimi anni sempre meno fisica, interpersonale, per essere soprattutto spirituale, dopo averti conosciuto nel lontano 1979 e condiviso con te più di un vissuto, associativo e non. Come per don Gino, di cui sei stato Capo “Riparto”, i tuoi tratti di padre erano riscontrabili nell’autorevolezza del tuo comunicare e agire coerentemente a quel comunicare, mai autoreferenziale, disponibile all’ascolto, ispirato a principi che attraverso la tua persona divenivano esempi da imitare facendo dell’educazione una vera e propria arte alla quale, nel mio piccolo, ho cercato sempre di ispirarmi. Spirito, il tuo, posto in una Fede su quella Parola iscritta nel cuore dell’uomo (“la legge morale dentro di me”) prima ancora che in una formula religiosa. Padre come il caro don Gino, ti sei differenziato da lui in quel modo di essere Persona capace di dare fiducia indistintamente anche ad un giovane sbarbatello come il sottoscritto alle prime armi con l’educazione nella quale, mi ripeto, facevi da Maestro attraverso il tuo esempio e la conoscenza dello scautismo, approfondita dall’esperienza, colta nella sua essenza formativa del “cittadino del mondo”, in una visone e promozione del “bene comune”. Fiducia incondizionata e bene comune che hai promosso nell’esercizio di funzionario della viabilità invernale presso l’allora Amministrazione provinciale di Cosenza con responsabilità e dedizione così come da consigliere comunale della citta Bruzia, salvo poi – oltre le avversità legate alla tua salute – ritirarti da quella forma di impegno politico per il non voler respirare aria di inciuci e carrieristi di bassa leva. Tutto ciò senza abbandonare la sorgente, la fonte, di tanta dedizione e impegno – lo scautismo – vissuto con lo stile generativo dell’educatore: desiderio, generatività (nei gruppi scout del Cosenza1 e 4, Castrolibero, Rende), prendersi cura, lasciare andare, nell’atteggiamento di chi si pone in ascolto e abbraccia la formazione come dimensione del continuo saper divenire per meglio far divenire l’Altro/a (come non ricordare il Campo di secondo tempo vissuto insieme in Aspromonte nel 1980 al fine di ottenere la nomina a Capo dell’Agesci, quando eri già in possesso del brevetto Asci). Carlo caro nel pensarti mi ritorna l’immagine disegnata da Baden-Powell del Capo che, davanti ad un fuoco, si pone nell’atteggiamento di ascolto di un giovane scout: un’arte in via di estinzione per vivere tutti nella fretta del fare e del produrre attività. Resta il tuo esempio che, mi auguro, possa ancora farsi strada nelle strade degli adulti che su quelle strade hanno avuto occasione e opportunità di starti accanto e, anche attraverso costoro, fare ricordo e memoria di te come persona perbene.

Ciao papà Carlo. Buona strada!

Cesare Perrotta

Fonte: Parola di Vita

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