Cala il sipario su “Chiese Aperte 2021”. Tre tappe anche nel Savuto

SI E’ CONCLUSO con la giornata itinerante di domenica 31 ottobre, il corso diocesano di formazione per volontari “Chiese aperte 2021”. Dopo la mezza giornata del sabato, dedicata alla visita della Cattedrale di Cosenza, con la preziosa guida di don Luca Perri, nella giornata di domenica i corsisti, accompagnati da alcuni docenti e dagli organizzatori, hanno visitato le bellezze di Piano Lago, accolti da don Franco Staffa, Carpanzano e Rogliano, dove hanno ricevuto il benvenuto dei sindaci e delle Comunità locali, per concludere a Cosenza nella chiesa di san Domenico, accolti dai Missionari Oblati di Maria Immacolata, nella persona del superiore della Comunità, p. Fabio Bastoni, che ha invitato i corsisti ad ascoltare ed “intercettare” i bisogni spirituali che ciascun visitatore porta nel cuore entrando in una chiesa, e da un nutrito gruppo di volontari che prestano servizio di accoglienza e visite presso la bella chiesa domenicana di Cosenza, testimonianza tangibile di come l’accoglienza sia nella sua natura profonda veicolo di missione e evangelizzazione.

Dalla viva voce dei partecipanti si apprende che il corso si è rivelato estremamente fruttuoso, sia in merito alle conoscenze acquisite, sia per la ricchezza delle relazioni umane che i partecipanti hanno sperimentato tra loro e che ognuno si augura di poter custodire nel tempo. Nell’omelia, tenuta da don Enzo Gabrieli nello sfavillio barocco dell’Oratorio del Rosario di San Domenico, è emerso con forza come, dopo lo stop dovuto alla pandemia, proprio la ripartenza nelle interazioni personali dal vivo è stata uno dei punti di forza del percorso di “Chiese aperte”. Don Gabrieli si augura che la bellezza possa continuare ad essere una via privilegiata per arrivare a Dio, e in questo risiede la bontà e il valore della formazione di volontari che sappiano accompagnare i fedeli nella scoperta delle bellezze artistiche nelle nostre chiese.

La passione per la storia locale, la ricerca delle radici della nostra identità storica e culturale, il desiderio di mettersi a sevizio del patrimonio artistico e spirituale della Diocesi hanno reso il gruppo dei partecipanti coeso e sempre disponibile ad ascoltare qualcosa di nuovo, fino agli ultimi attimi delle lezioni e delle visite. Purtroppo non è sfuggita agli sguardi attenti e appassionati la necessità che, alcuni tra i nostri tesori diocesani, debbano ricevere maggiori cure e maggiore studio, ma il corso ha lasciato intuire che l’interesse è vivo e può essere probabilmente esteso attraverso innanzitutto la conoscenza del patrimonio storicoartistico: se è vero che l’amore per la cultura apre gli occhi anche dell’intelletto, è altrettanto vero che la passione per ciò che ci appartiene da secoli si nutre anche di conoscenza. Il corso si è concluso venerdì scorso presso il Seminario “Redemptoris Custos” a Rende. Cala il sipario su Chiese Aperte, ma il cammino continua.

(Antonella Doninelli)

Fonte: Parola di Vita

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