La Valle del Savuto protagonista alla trasmissione “Geo”

UN REPORTAGE tra storia, arte e natura. E’ quello andato in onda sul terzo canale Rai nell’ambito del programma <Geo>. Nel racconto del documentarista Giampiero Capecchi alcuni tra gli aspetti più interessanti della storia (e della cultura) del territorio collocato fra l’altopiano silano e l’area del Tirreno, a cavallo fra le province di Cosenza e di Catanzaro: la valle del Savuto. Al centro del filmato i vecchi borghi di Rogliano e di Marzi, ovvero, quella parte di Calabria celebre per l’ambiente, per le opere legate al contesto artistico sei – settecentesco (altari e portali monumentali di scuola barocca), per i letterati e i religiosi, ma anche per le vicende e i personaggi politici protagonisti nell’Italia del Risorgimento e in quella post-unitaria. Ecco, dunque, i caratteristici vicoli del centro storico meglio conosciuti come “rughe” (dal francese ruelle), luoghi senza tempo, pervasi da una sottile malinconia e da un profondo senso del vissuto in cui la Memoria diviene la sintesi interpretativa di un paesaggio urbano unico nella sua semplicità. Da queste parti, ricordiamo, si è affermato il “genio” di  scalpellini e intagliatori, maestri nelle tecniche di lavorazione della pietra e del legno, attivi fra il XVII° e il XVIII° secolo. Ma la storia di questi borghi poggia le sue fondamenta in epoche ancora più remote la cui testimonianza è divenuta esigua a causa, purtroppo, di violenti terremoti e disastri naturali. Il servizio mostrato dalla trasmissione condotta da Sveva Sagramola e da Emanuele Biggi ha suscitato interesse per il tema trattato anche in rapporto alle belle immagini e alla narrazione dei protagonisti. Le telecamere si sono soffermate sul Museo Internazionale di Scultura all’Aperto e sui murales di recente realizzazione (Rublanum), per poi documentare l’arte della ceramica (Telemaco), dei prodotti da forno (Mara), degli strumenti musicali tipici della tradizione contadina (Sandro), dei giganti processionali (Adriano) e della vinificazione (Angelo, Francesco e Gilberto). In ultimo la sentieristica  curata dei volontari dell’Anir lungo gli anfratti selvaggi dell’ “Acheronte” Savuto, con la cascata del Cannavino e gli antichi ponti di Tavoleria, delle Fratte e di Annibale sulla via Popilia (II° sec. a.C.). Quest’ultimo tra i Comuni di Scigliano e di Altilia.

(Gaspare Stumpo)

Fonte: Parola di Vita

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