Marzi, intestato alla memoria di Maria Chindamo il nuovo laboratorio sociale (video)

QUELLA degli ultimi istanti di vita di Maria Chindamo è una storia terribile, almeno per come è stato ricostruito dagli inquirenti e per quanto è trapelato dalle cronache giudiziarie. L’ennesima vicenda agghiacciante che va oltre il femminicidio e tocca la barbarie, l’inumano. L’imprenditrice di Laureana di Borrello è stata ricordata nel corso della cerimonia di inaugurazione del nuovo laboratorio sociale di Marzi, realizzato su iniziativa del comitato civico <Se non ora quando?>. Alla memoria di Maria è stato intitolato il punto d’incontro che fa riferimento alle donne impegnate nell’arte del ricamo e del cucito, una tradizione antica che riporta indietro nel tempo evocando ricordi e creatività. Un luogo che diventa occasione di confronto, arricchimento e scambio di sapere tra generazioni. Le associate si occupano di solidarietà e collaborano con gruppi e organizzazioni di volontariato come per le coperte solidali e le pigotte Unicef. “E’ per noi un momento emozionante – ha detto Maria Fiore. Abbiamo deciso di intitolare il laboratorio a Maria Chindamo, una donna uccisa dalla ‘ndrangheta perché aveva deciso di portare avanti i diritti di persona libera. Siamo fieri di aver preso questa decisione. Diamo il suo nome a un laboratorio che ci ha dato tante soddisfazioni, tra queste la possibilità di interagire con associazioni locali, nazionali ed internazionali per la creazione di una società della cura che è uno degli obiettivi del Comitato”. Alla iniziativa, a cui ha partecipato una vasta platea di uomini e donne anche giovanissimi, hanno relazionato Getulia Bonadonna (Snoq), Lavinia Calabrese (assessore comunale), Sabrina Garofalo (Centro Women Studies Milly Villa – Unical), Lucia Papajanni (sindaco di Paterno Calabro), la stessa Maria Fiore (Snoq) e Vincenzo Chindamo. “Mia sorella – ha affermato quest’ultimo – è stata portata via e uccisa. La ’ndrangheta ha fatto questo per mettere a tacere una donna e seminare il terrore fra la popolazione. Oggi a Marzi avviene il contrario: nel nome di Maria si apre un laboratorio, tante donne sono pronte a portare avanti il nome di Maria e ad adoperarsi nella società per creare spazi di libertà e riscatto per la Calabria. Per questo – ha concluso Chindamo – possiamo dire che la ‘ndrangheta ha fallito nel suo intendo che è quello della cultura patriarcale, mafiosa e violenta. Maria, quindi, è ancora libera di parlare e le donne amiche di Maria sono libere di tracciare percorsi di libertà”.

(Gaspare Stumpo)

Fonte: Parola di Vita

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