Cellara, si spegne una luce *

*di Anna CROCCO

Cellara, piccolo borgo di pochi fattivi abitanti, festeggia ogni anno, l’ultima domenica di agosto, san Sebastiano. È una ricorrenza che dà inizio a tutta una serie di feste votive che si celebrano nei paesi limitrofi per tutto il mese di settembre.

Anche nel 2019, si è festeggiato il Santo con gli abituali preparativi, il consueto allestimento di piccoli panchetti dove sono esposti oggetti di vario valore, la cui vendita aiuta le casse della festa.

Fra i tanti oggetti esposti, di minore o maggior pregio, “Alba Novella” occupa il suo posticino. Ma a parte l’anonima allocazione destinata a quello che è il simbolo più significativo di tutto il paese, vengo colta anche dalla notizia shock della prossima chiusura del noto quadrimestrale.

Questa è la notizia shock da me appresa durante il novenario di san Sebastiano (Cellara) dello scorso anno.

Una notizia che forse si sarebbe dovuta mettere in conto data la giovanissima età del gruppo redazionale, formato da ragazzi dell’oratorio parrocchiale cellarese che ovviamente diventati oggi giovani maturi, con altre responsabilità, non più scolastiche, si sono accorti di non avere più tempo da dedicare a un impegno che forse hanno considerato solo una passione giovanile.

Quel che però lascia amareggiati, perplessi, è la repentina decisione, a quel che mi è dato di sapere, di chiudere il quadrimestrale “Alba Novella” senza che nessuno del gruppo dirigente facesse il più piccolo tentativo di tenere in vita la testata.

So bene che non è un lavoro semplice, reggere un giornale, anche se quadrimestrale, ma un tentativo si sarebbe potuto fare sfruttando non solo la bravura dei giovani sostenitori, ma l’esperienza, oltre che la capacità, di noti cellaresi che, se pur non residenti in loco, hanno sempre dimostrato di avere un forte legame con il piccolo borgo natio.

Purtroppo è andata così!

Per me e per tanti altri lettori, “Alba Novella” non è stato solo un quadrimestrale, ma un simbolo della forza vitale di un paesino piccolo piccolo, Cellara, luogo che ha dato i natali, ed è bene dirlo, ricordarlo, a Luigi Fera, insigne avvocato, ma soprattutto simbolo di onestà personale e politica. Ad Agata Cesario, poetessa, troppo prematuramente scomparsa, che ha saputo trasformare la sua sensibilità in poesia e la poesia in speranza “Verso un’alba novella”. Ai tanti ragazzi di ieri, oggi giovani maturi, un augurio di ogni bene, con la preghiera di non mollare e di continuare, anche stringendo i denti, a non spegnere la luce che in questi anni ha illuminato Cellara e dintorni.

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