Rogliano, un convegno sui briganti nella Valle del Savuto dedicato agli studenti del Comprensivo

TRA il 1862 e il 1864 Maria Oliverio, meglio conosciuta come “Ciccilla”, assieme al marito Pietro Monaco e alla sua banda, seminò il terrore nelle terre di Calabria Citra. Furti, rapimenti, incendi, omicidi. Una sequela di fatti, alcuni molto cruenti, destinati a segnare la storia dei primi anni del Regno d’Italia. Il sequestro dei cugini Achille Mazzei e Antonio Parise avvenuto a Santo Stefano di Rogliano il 18 giugno 1863, e in precedenza l’uccisione di Marco Spadafora, componente di una famiglia di mugnai roglianesi, furono tra gli episodi più eclatanti di un periodo socialmente intenso in una delle aree più problematiche del Mezzogiorno. Contesti difficili che a causa di errori politici finirono per alimentare il malcontento popolare, quindi il fenomeno del banditismo. Di questo e di altri episodi si è discusso durante il convegno <Briganti nella Valle del Savuto>, iniziativa rivolta agli allievi delle classi terze dell’Istituto comprensivo di Rogliano promossa dal Parco storico-naturalistico <Tenuta Bocchineri>. Uno spaccato di storia (e microstoria) che ha messo in evidenza fatti e uomini, vicende e personaggi a volte controversi ma, soprattutto, dubbi sulla legittimità di strumenti legislativi (Legge Pica) e mezzi repressivi da parte del nuovo Governo unitario. Un racconto in cui hanno prevalso le figure della brigantessa “bella e crudele” (Ciccilla), del “macellaio del Risorgimento” (il colonnello Pietro Fumel) e del “gattopardo” (Donato Morelli) che ha catapultato l’attenzione (e il confronto) su quella che da sempre viene definita la “Questione meridionale” in rapporto alle condizioni di sviluppo fra le diverse aree del Paese. Ieri come oggi. Ai saluti del sindaco Giovanni Altomare e del titolare della Tenuta Bocchineri, Carmine Altomare, sono seguite le relazioni di Mario Cosenza, Peppino Curcio, Eugenio Maria Gallo e Antonella Bozzo.

(Gaspare Stumpo)

Fonte: Parola di Vita

Video di Paolo Scebba

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